Hollywood ha un serio problema di ageismo

Hollywood ha un serio problema di ageismo

Geena Davis, la star di Thelma & Louise, ha parlato apertamente della discriminazione che le donne devono affrontare a Hollywood. In un’intervista con Allison Kugel sul podcast Allison Interviews, la Davis ha dichiarato: women peak in their 20s and 30s, and men peak in their 40s and 50s as far as actors go. So the male stars of the movies want to appear to be younger than they are, or they want to appeal to younger people, so they always want a co-star who is really young. That is why that happens, and that is why women don’t get cast very much after 40 and 50. It is because they are felt to be too old to be a romantic interest.

Le attrici sono ben consapevoli di ciò che le attende, poiché i casting directors sono sempre alla ricerca di qualcuno più giovane e convenzionalmente attraente per interpretare ruoli principali. Nella stessa intervista, la Davis ricorda l’attore protagonista di un film le negò il ruolo perché era troppo vecchia, anche se lui era più vecchio di lei.

With women, it’s all about how we look. Men are very visual, they want young women. So, for us, it’s all about trying to stay young. (Jane Fonda)

Nessuno, nemmeno le attrici di serie A, è esente dalle tendenze ageiste dei casting agents di Hollywood. Olivia Wilde è stata scartata dal ruolo della moglie di Leonardo DiCaprio in Wolf of Wall Street perché troppo vecchia, anche se ha 10 anni meno di DiCaprio. Il ruolo è andato invece a Margot Robbie, 22 anni e 16 anni più giovane di DiCaprio.

A 19 anni, Scarlett Johansson ha interpretato una donna sposata accanto all’allora cinquantacinquenne Bill Murray in Lost in Translation. Attrici di età adeguata sono state scartate da questi ruoli, ritenute troppo vecchie per interpretare la moglie di qualcuno, nonostante nella maggior parte dei casi fossero più giovani del protagonista maschile.

La carriera di Jennifer Lawrence rivela anche la tendenza dei casting directors ad assumere donne poco più che ventenni per interpretare mogli e madri di mezza età, creando un falso mito per il pubblico su come dovrebbero apparire le donne in quella fase della vita.

In Silver Linings Playbook, la Lawrence ha interpretato una vedova sui 30 anni, mentre lei ne aveva 21. Questo schema si ripete nei film successivi, tra cui Joy, dove una Lawrence ventiquattrenne interpreta una donna che, a un certo punto del film, ha quarant’anni. Questi ruoli prolungano la narrazione secondo cui le donne di 30, 40, 50 e più anni dovrebbero avere ancora i tratti giovanili di una ventenne.

We all watched James Bond as he got more and more geriatric, and his girlfriends got younger and younger. It’s so annoying. (Helen Mirren)

La differenza nella longevità della carriera è solo un altro divario tra uomini e donne nel mondo professionale. Chris Wilson, direttore del TIME Magazine, riferisce che il picco di carriera di un uomo a Hollywood si verifica intorno ai 46 anni, mentre le donne lo raggiungono a 30 anni. Gli attori maschi più giovani vedono aumentare la longevità della loro carriera, mentre la finestra di opportunità per le donne sembra chiudersi ancora più rapidamente.

Gran parte di questo ha alla base la solita matrice sessista: una donna non è più considerata di valore nel momento in cui non viene vista come fresca o attraente. La sessualizzazione delle donne e la pressione a rimanere sempre giovani, soprattutto a Hollywood, hanno spinto le attrici a ricorrere alla chirurgia plastica e ad altri interventi nel tentativo di mantenere la loro giovinezza e, di conseguenza, il loro lavoro. Sebbene l’ageismo colpisca anche gli uomini, essi non subiscono la stessa discriminazione delle donne.

Le donne sono messe l’una contro l’altra, mentre gli uomini possono avere qualsiasi età ed essere ancora considerati attraenti e nel fiore degli anni. I casting directors sfruttano le insicurezze delle donne e creano uno standard di bellezza irraggiungibile. L’ageismo è paragonabile ad altre forme di misrepresentation a Hollywood, tra cui la scarsa visibilità delle attrici della comunità LGBTQIA+ e delle persone appartenenti a minoranze etniche.

Per creare un’industria dell’intrattenimento più equa e realistica, è necessario un cambiamento drastico, poiché sempre più persone si rendono conto che la rappresentazione è importante. Riconoscere questo problema e denunciare le discriminazioni che si verificano sono passi fondamentali per ridurre il sessismo dell’industria e aumentare la longevità della carriera delle attrici.



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