Re-Animator – I Classici #10

Re-Animator – I Classici #10

Re-Animator (1985) è il libero adattamento contemporaneo di Stuart Gordon del racconto Herbert West – Re-Animator (1922) di H. P. Lovecraft, scritto come parodia dell’opera più famosa di Mary Shelley, il romanzo gotico del 1818, Frankenstein. Grazie all’ingegnosità dei suoi effetti speciali, il film di Gordon presenta scene fantasiose ed estremamente cruente che ci mostrano quanto sia disgustosa l’anatomia umana.

Il film ha anche un equilibrio perfetto tra body horror e commedia nera, che rende l’esperienza campy e surreale. Non fa particolarmente paura, ma è immensamente grottesco, spassosamente assurdo e a tratti scioccante. Sebbene la visione del regista sia all’altezza del materiale di partenza di Lovecraft, è difficile immaginare che questa follia pazzesca possa funzionare anche solo in parte se non avesse messo insieme un cast d’eccezione.

Mettiamo subito le cose in chiaro

Herbert West (Jeffrey Combs) è uno studente di medicina appena iscritto alla Miskatonic University nella contea di Essex, Massachusetts. È appena tornato da Zurigo, in Svizzera, dove ha studiato con il famoso scienziato Dr. Gruber (Al Berry), morto in circostanze misteriose. Herbert si scontra con il dottor Carl Hill (David Gale) in merito alla sua teoria sulla durata della sopravvivenza del tronco cerebrale dopo la morte; coinvolge presto nei suoi continui esperimenti il suo compagno di stanza, l’apprendista chirurgo Dan Cain (Bruce Abbott) e, involontariamente, la fidanzata di Dan, Megan Halsey (Barbara Crampton), figlia del rettore dell’università. Herbert rianima i morti iniettando un siero verde incandescente da lui creato. Dan rimane affascinato dai suoi esperimenti dopo aver assistito ai risultati con un gatto morto e aiuta a portarlo di nascosto nell’obitorio dell’ospedale. È qui che inizia l’orrore.

I was busy pushing bodies around as you well know and what would a note say, Dan? “Cat dead, details later”?

L’intesa tra Combs e Abbott è elettrizzante, mentre li vediamo giocare d’astuzia con il cupo umorismo della sceneggiatura. I loro personaggi prendono molto sul serio le situazioni bizzarri e terrificanti in cui si cacciano, ma sono comunque in grado di suscitare risate genuine; nessuno dei due attori tenta la commedia. Lo scienziato pazzo Herbert è arrogante, psicoticamente intenso e molto inquietante, ma grazie al carisma di Combs, e con l’aiuto di elementi comici dark, diventa un antieroe che è impossibile non amare. Gale, nei panni del malvagio Dr. Hill, che ha il potere dell’ipnosi, è il vero antagonista; un essere umano spregevole che finisce giustamente per diventare la creatura orrenda che vedremo.

Re-Animator viene spesso citato con la stessa venerazione di The Evil Dead, e non è difficile capire perché. Sebbene il ritmo sia più lento e la storia dello scienziato pazzo più convenzionale rispetto al classico di Sam Raimi, il film presenta la stessa estetica punk e lo stesso amore per il body horror cruento. C’è anche lo stesso uso della commedia nera, evidente nella battaglia di West con un gatto rianimato e nei furiosi tentacoli-intestinali dei resti di uno zombie. Tutto questo è rappresentato in un modo che si addice completamente a Stuart Gordon e al produttore Brian Yuzna; pieno di irriverenza, intelligenza, umorismo e gore da far venire i crampi.

Re-Animator è una visione essenziale. Le fantastiche quattro interpretazioni principali, l’arguzia della sceneggiatura, ricca di dialoghi eccellenti, e gli effetti speciali invecchiati tremendamente bene sono ciò che ha aiutato questa importante opera di genere a conquistare il suo leggendario status di cult. Si tratta di uno dei film horror meglio scritti, diretti e interpretati, più divertenti, più cruenti, più folli e più delicati degli anni ’80 e di qualsiasi altro decennio.

Il primo film di Stuart Gordon è ancora il mio preferito, ma era un regista così inventivo e irriverente che si può trovare qualcosa di interessante, divertente e spesso esagerato in quasi tutti i film a cui ha partecipato. Mi dispiace che se ne sia andato, ma la sua influenza rimane. È ora di rivedere alcuni dei suoi film migliori e di dedicarmi finalmente a quelli che in qualche modo mi sono sfuggiti.

Ok, forse non tutti gli effetti speciali sono invecchiati bene. E quindi?


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